Fly, baby, fly

Lui mi dice che lo amo perché fa casino. Io dico che non so ancora se lo amo. Però ci sto bene e comunque non mi da fastidio che si fermi tutte le notti nella mia stanza. Nella nostra stanza? Insomma, se non ci fosse penso che mi mancherebbe. Vea chissà cosa direbbe. É che è stata al gabbio e non ho potuto parlarci molto. Io invece con i culi blu faccio i giri a cavallo e gli ho promesso pure un giro in moto, a quello che ho conosciuto oggi. O sulla mia Skybike nuova di zecca. Vedremo. Chissà che non riesca a tirargli fuori un sorriso. É che amo le sfide, e c’è pure incazzodoc che devo far sorridere. Perché? Boh, perché i musi lunghi mi annoiano. Tutto qui. 

Comunque, ho voglia di fare un viaggetto. 

Da sola. 

 

Bullets & Blood

Allora, a mia discolpa devo dire che non ho mai avuto bisogno di mandare così tanti messaggi. Prima, avevo il contatto di Vea e di tutta l’allegra famiglia Kingston e basta, perché erano gli unici con cui avevo bisogno e voglia di comunicare. Mandavo un messaggio a Vea e se non arrivava a lei arrivava a qualcuno dei suoi fratelli. Oppure a tutti quanti insieme, ma insomma, poco cambiava: alla fine il messaggio arrivava a chi doveva arrivare e tanti saluti.

Invece adesso no, porco cane! ho tutto il BoR nei contatti e così se mando un messaggio a  Vea lo mando a mezza Greenfield, facendo casini indicibili. Probabilmente si abitueranno prima loro a smistarli di quanto non farò io a usare quel cazzo di coso trillante.

Doc dice di usare carta e penna. Io faccio la vaga, meglio non confessargli che scrivo malissimo, visto che mi cazzia già abbastanza per tutto il resto. Mi odia. Lo so. Non è vero. Però mi diverto un casino a farlo incazzare.

Comunque ci hanno sparato e mandato a fuoco lo stand. É stato terribile, anche se lo dico così mi sono presa un fottuto spavento. Due secondi prima stavo vendendo marmellate e facendo la scema con BelCuloConnor e due secondi dopo stavo nel bel mezzo dell’inferno con una spalla fuori uso e le fiamme tutte intorno. Ne siamo usciti tutti vivi ma ti giuro che quando ho visto che stavano prendendo di mira Eithan mi è preso malissimo, per non parlare di quando ho visto Myar ferita.

Vea è incazzata come una biscia, dice che non mi sarei fatta nulla, se ci fosse stata lei con me. Ho dovuto spiegarle che son stata cogliona io, che son stata troppo lenta, che mi hanno colta impreparata. Perché ? Perché, dannazione, qui mi sembrava di essere in vacanza, ecco perché .

Invece non é così e quindi , cara mia, muovere il culo e darsi da fare. Non mi fregheranno più, puoi starne certa.

Ero talmente rigirata che mi sono chiusa in camera fino a che non mi è passata. Solo allora ho chiesto a Connor di accompagnarmi in infermeria per farmi ricucire, dove santa Alyssa e incazzoDoc ci hanno sistemati tutti quanti. Stavo pensando che siamo un bel gruppo, comunque. Però mi manca casa.

A-ah casa? quale? La nave o casa Kingston?

Un po’ tutte e due.

Sta volta non c’era nessuno a urlarmi dietro che sono una mammoletta, almeno.

 

About friends, old and new

…Che poi, è vero che io non ho premuto invio e quindi il messaggio che avevo mandato a Vea non è partito, ma tanto lei aveva perso il cortexpad, dico io. Comunque, alla fine ci ritroviamo sempre, non è che abbiamo bisogno di messaggi e cose così. Infatti l’altra sera l’ho vista al mercato. L’ho menata, poi ci siamo fatte una birra e abbiamo parlato. Le ho raccontato di papà. Vuole trovarli anche lei, gli stronzi, e poi ovviamente li faremo fuori. Poco importa se quel soldato ci ha fatto tutti quei discorsi da “blahblahvivaviva” su come loro siano qui per proteggerci. Al massimo dovranno proteggere Rudolph, quando lo troverò, perché é lui che ha organizzato tutto, lo stronzo.

Comunque, prima vado a Koroleva con Eithan (pensa te, volevo scoparmelo e invece siamo diventati amici. Ma che è, sto pianeta?). Lui è korolevita come me e penso voglia andare lì a fare casino. Il casino mi piace, per questo vado con lui .

Greenfield

Devo ammetterlo, all’inizio non ero affatto contenta di trovarmi qui. Punto primo, ci son finita contro la mia volontà; punto secondo, sono lontana da qualunque posto io definisca casa, compreso Albany e la casa di Vea; punto terzo, avevo visto mio padre praticamente morto ed è stato lui a costringermi a scendere dalla nave prima che facessi la sua stessa fine, il che non l’ho digerito affatto. Non è solo per la sofferenza che provo per aver perso lui: è proprio questione di orgoglio. Non ho potuto difenderlo e nemmeno vendicarlo. Insomma, adesso sono qui da qualche giorno e siccome i miei propositi di vendetta comportano un costo non indifferente mi sono messa subito a cercare un lavoro. Devo comprarmi una nave e poi girare per tutto il Verse finché non li ritrovo, quei bastardi, e li faccio fuori uno ad uno. Il lavoro l’ho trovato in tempo zero. Si tratta di un ranch, con tutti gli animali, una cuoca eccezionale e un sacco di gente. Una vera e propria famiglia non ce l’ho mai avuta: io e papà cambiavamo nave spesso, a seconda del lavoro che trovava, e la cosa più simile a una famiglia che io abbia mai sperimentato è quella di Vea, il che per fortuna mi ha preparata a questo posto dove sono tantissimi e tutti strani. Però mi piacciono, sul serio. Sono simpatici e disponibili. Uno poi è pure carino. Parecchio. Insomma, è un gran bel pezzo di manzo, a dirla tutta. E mi piace pure come si comporta. Un burbero scazzato che non si risparmia con l’ironia e il sarcasmo. Mi fa un sangue che non hai idea. Poi c’è Myar. La adoro letteralmente. É una pazza furiosa, per questo mi piace. E pure questo pianeta non è poi così male. Diciamo che è un buon posto per farmi sbollire. Perché quando li troverò – e li troverò, te lo assicuro – voglio esser lucida e calma mentre li squarto. Intanto mi godo questa sosta, poi si vedrà.